Roma, lavoro.
Ho finito tutto quello che ho da fare e voglio scrivere: mi sono messo in testa di farlo su qualcosa di decisamente più leggero e meno epico di quello di cui ho scritto fin’ora.
Ma son quarantacinquemila volte elevate alla n che scrivo qualcosa e poi la cancello.
Guardo il fedele iPod in cerca di ispirazione e provo con la ruzzoletta (la rotella che controlla le funzioni dell’iPod ndr) a trovare una canzone che mi ispiri. Ma sarà il caldo o l’aria condizionata dell’ufficio che non funziona, ma sia io che il mio iPod siamo espressivi come la faccia di Stefano Accorsi.
Però, siccome uno dei difetti che mi fa più pregio è la cocciutaggine sto ancora qui a tormentarmi le balle cercando di scrivere qualcosa che non riguardi armature, sentimenti, cavalieri, moto, persone scomparse, dolore, e cose di questo tipo.
Ma mentre scrivo (o meglio, mi distraggo con qualsiasi cosa: telefono, Facebook, Linkedin, Instagram, ecc…) mi rendo conto di stare a un livello di nulla nel cervello che mi fa paura. E sto pure cercando di essere costruttivo.
No, va be’. Se continua così devo chiudere questo blog. Non riesco davvero più a scrivere. Però forse è perché devo finire il nuovo libro di Stefano Benni: Cari Mostri. Forse quando l’avrò finito mi tornerà l’ispirazione.
E poi… Ah si, ecco. Voglio tornare a fare qualche foto. E… no, niente, non ce la faccio proprio a scrivere. Poi cioè, come si fa: mentre scrivo l’iPod mi mette In This River (comincio a pensare che il mio iPod sia una brutta persona) e va be’ fra poco me ne esco da lavoro e me ne torno a casa e mi vado ad allenare e ok tutto questo post è un coacervo di niente e uffa.
Mi devo esercitare a scrivere di [più] cazzate.
Una volta ero capace, giuro, chiedetelo al vitello dai piedi di balsa!
Nel boschetto della mia fantasia c’è un fottio di animaletti un po’ matti inventati da me, che mi fanno ridere quando sono triste, che mi fanno ridere quando sono felice, che mi fanno ridere quando sono medio; in pratica mi fanno ridere sempre, quel fottio di animaletti inventati da me.
Nelle cuffie: Elio E Le Storie Tese, Il Vitello Dai Piedi Di Balsa
Titolo stupendo!
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Devo essere sincero… Mi sono ispirato al tuo stile! Grande Gin!
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Felice di essere stato d’ispirazione!
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E con la canzone vinci, cosa non so, ma vinci! 😀
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Ahahahahahhaha grazie!
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Che comunque se avevi la faccia come quella di Stefano Accorsi proprio brutto non dovevi essere! La canzone In this river non la conoscevo, molto bella. Il titolo del post è da sballo! Un sorriso. Lila
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Be’ il buon Stefano la sa lunga… La canzone è un pezzo di cuore… Grazie mille Lila!
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Grazie a te Raf, si scopre sempre tanta vita nel leggere i tuoi post!
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Questo mi piace. Ci provo a scrivere un po’ romanzando, un po’ no… Se poi tutto questo ha un senso per chi legge ne sono felice… 🙂
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Telefono, Facebook, Linkedin, Instagram, ecc… io uguale, sempre. Ultimamente anche foto idiote e poi pubblicate dove capita. E hai dimenticato Twitter.
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Questi social sono la nostra rovina mentale ahahahhahahah 😉
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